Il nome di Crotone è legato indubbiamente a quello di Pitagora che, nell’immaginario collettivo, è una icona della matematica, conosciuto anche per l’esoterismo nel campo religioso, la sua autonomia in campo filosofico, la sua acutezza nella formulazione della prima legge fisica, il suo conservatorismo nella guida politica di alcune città della Magna Grecia. Fu infatti un grande pensatore greco diventato immortale nel campo della cultura mondiale.

Pitagora è il secondo matematico greco che si incontra dopo Talete e come Talete è una figura avvolta nella leggenda: le notizie che si hanno su di lui e sulle sue scoperte sono basate sulla tradizione in quanto non ci è pervenuto nessun documento storico.  Nacque a Samo intorno alla prima metà del VI secolo a.C. Il padre Mnesarco era incisore di sigilli e la madre Partenide era considerata la più bella donna di Samo. Il nome Pitagora significa “predetto dalla Pizia”, poiché alla madre incinta fu predetto dalla Pizia, la profetessa dell’oracolo di Delfi, che avrebbe partorito un “figlio più bello e sapiente di chiunque fosse mai esistito, destinato a recare in ogni aspetto della vita grandissimo giovamento all’intero genere umano”.  Ebbe come maestri i più rinomati sapienti della Grecia, tra i quali Talete e Anassimandro. Talete, uno dei sette saggi dell’Antichità, dopo avere messo a disposizione di Pitagora tutto il suo immenso sapere, lo invitò a recarsi in Egitto dove avrebbe potuto incontrare altri illustri uomini di cultura e gli oracoli di Menfi e Diospoli. Ebbe così inizio la lunga serie dei suoi viaggi che lo portarono a contatto con le maggiori civiltà e culture del suo tempo. Durante il suo lungo peregrinare Pitagora ampliò le sue conoscenze attingendo al sapere degli Ebrei, Fenici, Egiziani, Caldei, Persiani, Indiani. Dagli Ebrei apprese l’arte di interpretare i sogni, dai Fenici la scienza dei numeri, dagli Egiziani il vantaggio dell’uso dei simboli e l’eleganza della geometria. I dodici anni trascorsi in Babilonia gli consentirono di diventare esperto di astrologia e di astronomia. Ebbe anche l’accortezza di utilizzare tutte le osservazioni astronomiche accumulate nel corso di molti secoli dai sacerdoti caldei. Molto utile può essere considerato l’incontro e la collaborazione con Zoroastro. Ne scaturì un suo perfezionamento in medicina, musica ed un radicamento nelle pratiche religiose. In India, particolarmente proficua, fu la frequentazione dei bramani che si distinguevano per saggezza e santità. Pitagora ne avrebbe fatto in seguito un modello di vita per sé stesso e per i suoi allievi. Dopo tutti questi viaggi, ricco di tutto il sapere dei popoli, iniziato a tutte le forme di misteri, conoscitore profondo di uomini, istituzioni, usi e costumi, fece ritorno nell’isola di Samo. Ma da qui, trovata la sua patria sotto il governo del tiranno Policrate, si trasferì nella Magna Grecia, a Crotone, dove fondò la sua comunità ed una scuola di sapere di scienza, matematica e musica.

L’antica Kroton era rinomata per le sue bellissime donne e per le vittorie conseguite alle Olimpiadi, ma anche per il clima mite e, soprattutto, per la famosa scuola medica di Alcmeone. A condurre Pitagora verso Crotone fu, tuttavia, la sua vocazione filosofico-politica: la città gli appariva come un luogo fertile per i suoi insegnamenti e, soprattutto, aperto ad una formazione socio-politica non esente da una cura del corpo e dello spirito. A Crotone rimase per venti anni, incidendo molto sulla vita e sui costumi di questa città, affascinando con i suoi discorsi i giovani, gli anziani e le donne. In questa bella città Pitagora fondò così una scuola, frequentata dagli aristocratici, con base matematica e filosofica, nella quale venivano studiate le discipline del “quadrivio”, cioè la musica, l’aritmetica, l’astronomia e la geometria. Gli allievi erano selezionati dopo un lungo tirocinio e divisi in due categorie: gli “acusmatici” o ascoltatori ed i matematici, i quali venivano a conoscenza degli insegnamenti più elevati e dei segreti più profondi di questa società il cui simbolo era una stella a 5 punte, il pentagramma. Nella scuola pitagorica, scienza e filosofia, musica e religione si fondevano in una mistica contemplazione dell’universo. Secondo Proclo, Pitagora trasformò lo studio della matematica in una vera scienza. Grazie al suo genio i numeri non furono più usati per contare e calcolare, ma furono apprezzati ed utilizzati per la costruzione di una nuova scienza in grado di spiegare la realtà che ci circonda. Pitagora intuì che i numeri esistono indipendentemente dal mondo sensibile nel quale viviamo. Alla scuola pitagorica si deve la distinzione fra numeri pari e numeri dispari, la definizione dei numeri perfetti e dei numeri amicabili. Nel campo della geometria a Pitagora ed alla sua scuola viene attribuito il teorema che porta il suo nome, la risoluzione geometrica delle equazioni di secondo grado, la scoperta delle grandezze incommensurabili, i fondamenti della teoria delle proporzioni e delle similitudini.

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